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Menù (più seducenti) e conto con lo smartphone per proteggersi dal COVID-19

Secondo l’indagine INSuLa 2019 dell’Inail rispetto ai 23 mln di lavoratori, circa 16 mln ha un orario lavorativo che comprende uno dei pasti principali e quasi il 93% consuma il pasto durante l’orario di lavoro, di cui 10 mln un pasto caldo e i rimanenti 5 mln un pasto veloce e freddo.

In era Covid-19 dobbiamo prepararci a grandi cambiamenti, il “fuoricasa” dei lavoratori è destinato a rivoluzionare il settore della ristorazione: mense aziendali, bar con tavola calda, forni, trattorie, ristoranti, pizzerie e piadinerie devono riorganizzarsi velocemente e offrire una pausa pranzo piacevole, sana, sicura e veloce! 

La pausa pranzo, che mediamente dura tra i 20 e 40 minuti, rappresenta per molti un momento di convivialità e di relax di fronte ad un buon piatto scelto sempre più consapevolmente con menù salutari e rispettosi di una dieta equilibrata. Fino a inizio 2020, la scelta ricadeva quindi sul locale in grado di mixare prezzi contenuti, offerta di menù bilanciato e servizio rapido.

Oggi, un consumer selezionerà il locale innanzitutto in base al grado di sicurezza percepito, si indirizzerà quindi verso un locale confortevole, dove giocheranno un ruolo essenziale i prodotti imbustati monouso – come posate, pane, condimenti – sanificazione costante degli ambienti, barriere in plexiglass nella zona del servizio e tavoli distanziati tra loro.

Altro elemento determinante sarà il fattore tempo: se ci siamo abituati a fare le code al supermarket e a non guardare l’orologio, nella settimana lavorativa non si può sforare.

Solo un numero molto limitato di lavoratori gode oggi di orario flessibile, nella maggior parte dei casi la pausa pranzo deve rispettare un perimetro orario ben delimitato.

Un valido supporto alla gestione di questa nuova situazione arriva dalla tecnologia: sul mercato ci sono già diverse app che consentono di prenotare l’accesso al locale in una certa fascia oraria e il menù desiderato, pagando il tutto anticipatamente in modo da evitare code alla cassa come per esempio “Myselforder” oppure “SoonEat” che si distingue anche per il “social eating” con cui è possibile per esempio offrire da bere ad una persona di un altro tavolo. Diverse app gestiscono anche il servizio di take away in modo da semplificare il processo di acquisto anche per coloro che desiderano consumare il pranzo direttamente in postazione.

Altro interessante esempio è quello di “MyCIA” – Carta d’identità alimentare, che consente di scegliere il ristorante in base ai piatti che più rispondono alle proprie esigenze gastronomiche, leggendo direttamente sullo smartphone il menù digitale.

Sicuramente apprezzeremo con il tempo anche queste app che oggi “subiamo” a causa del Coronavirus: grazie a foto e dettagli sugli ingredienti i ristoratori avranno la possibilità di guidarci in esperienze gastronomiche esclusive, ci potranno sedurre con prodotti IGP, facendoci apprezzare la qualità delle loro proposte, anche di un semplice panino!

Infine, un’ultima riflessione riguarda il fatto che la gestione della pausa pranzo non sarà influenzata solo dalla tecnologia, si prospetta anche un importante cambiamento culturale per molte aziende che dopo aver sdoganato lo smart working, adotteranno anche l’orario flessibile per i loro lavoratori.

Qui si apre un altro capitolo che avremo modo di approfondire!

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Redazione

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